20 cose che forse non sapevate su E.T. l'extra-terrestre

20 - Nel 20 cose che forse non sapevate su… dedicato a I predatori dell’arca perduta si diceva qualche tempo fa come, tra una pausa e l’altra delle riprese, quando tutto il cast e la troupe non erano atterrati dal cagottoSpielberg e la sceneggiatrice Melissa Mathison (all’epoca fidanzata di Harrison Ford e sua futura moglie) stessero lì a discutere del copione di questo film chiamato E.T. Quello che allora non abbiamo detto, però, è che E.T. nasce come un progetto completamente diverso. Non un film per famiglie con un alieno buono, ma un horror thriller fantascienzo con tanti, incazzosissimi alieni cattivi. Il copione - titolo provvisorio Night Skies - firmato dallo sceneggiatore John Sayles (autore, tra le altre cose, di Piranha, L'Ululato e Stella solitaria) parlava di un gruppo di villanzoni extraterrestri che assediava una fattoria isolata, terrorizzando una famiglia. Spielberg affidò al truccatore Rick Baker (Star Wars, Men in Black, Planet of the Apes - Il pianeta delle scimmie) il compito di creare gli alieni malvagi, ma durante le riprese de I predatori dell’arca perduta cambiò idea: il riaffiorare di alcuni ricordi d'infanzia lo spinse a dare tutto un altro taglio al progetto, tenendo solo la parte in cui l’unico alieno buono instaurava un rapporto con un ragazzino autistico e buttando tutto il resto. 

L'alieno buono di Night Skies



Laddove “buttare” nel gergo di Hollywood = “riciclare per un altro progetto”. Quella storia della famiglia isolata alle prese con una minaccia paranormale? Ualà, Poltergeist - Demoniache presenze (1982), diretto da Tobe Hooper ma prodotto sempre da Spielberg, che lavorò alle due pellicole contemporaneamente. Va peraltro aggiunto che Spielberg girò E.T. per la Universal e non per la Columbia Pictures, per la quale stava sviluppando Night Skies, perché i capoccia dello studio definirono la nuova pellicola "uno stupido film alla Walt Disney". Bella pensata, Columbia. Complimenti.
19 - In varie interviste, Spielberg ha sottolineato come la storia di Elliott ricalcasse la propria infanzia: un bambino di dieci anni, cresciuto con le sorelle da una madre divorziata, per superare la sua solitudine immagina un alieno invisibile che gli faccia compagnia. Ma oltre che nel proprio vissuto, Stefanuzzo sarebbe andato a pescare anche altrove: in casa di altri. È quanto sosteneva il regista e sceneggiatore indiano Satyajit Ray, che accusò il cineasta americano di aver scopiazzato un suo soggetto del 1967 intitolato The Alien. Per fare un supersuntone di una storia piuttosto lunga, Satyajit Ray chiese l’aiuto dello scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke per trovare uno studio americano interessato al suo progetto, e Clarke gli presentò un suo amico, Mike Wilson, che fece da tramite con la Columbia. Il film entrò in pre-produzione e si fecero i nomi di Marlon Brando e Peter Sellers per il cast.  "Non c'è uomo così micidiale in tutto il mondo. In confronto a questo alieno che telefona a casa, questa è come una pistola ad acqua!"Ma il film in seguito finì nel limbo per varie ragioni e il regista indiano se ne tornò a Calcutta, disgustato da una serie di casini capitatigli a Hollywood (non ultimo Wilson che cercava di fregargli la stordopo, all’uscita di E.T., Ray dichiarò che c’erano moltpunti in comune con la sua storia, e l'influenza del copione di Ray su Spielberg venne confermata da Clarke, oltre che da Martin Scorsese e da Richard Attenborough. Spielberg respinse le accuse di plagio, dichiarando che all’epoca in cui quel copione circolava a Hollywood lui era ancora al liceo. A voler fare i precisini, però, lui il liceo l’aveva terminato nel ’65 e i suoi primi lavori da                                                                                                   professionista arrivarono nel '69...
18 - Nella scena in cui Michael, Elliott ed E.T. vanno in giro per strada per la festa di Halloween, uno dei bambini è vestito da Yoda. Per un attimo, si sente anche il tema di Yoda di John Williams, mentre E.T. si avvicina al bambino. Non è però l'unico collegamento tra E.T. e Star WarsIn Star Wars Episodio I: La minaccia fantasma, tra le varie razze aliene che partecipano alla riunione del Senato Galattico si intravedono tre compaesani di E.T. Il che, a volerci ricamare sopra, spiegherebbe peraltro perché quel bambino vestito da Yoda abbia attirato l'attenzione di E.T. a Halloween.
17 - Spielberg voleva per E.T. un alieno brutto. Molto brutto. Non desiderava un piccolo alieno adorabile, ma un mostrillo che facesse tenerezza per il suo comportamento e non per il suo aspetto. Chiese qualcosa di simile a "una tartaruga senza guscio" a Carlo Rambaldi, che aveva già lavorato per lui in Incontri ravvicinati del terzo tipo. E Rambaldi gli tirò fuori un volto che miscelava quelli di Carl Sandburg, Albert Einstein ed Ernest Hemingway. Con l'aggiunta, pare, della faccia di un carlino.Alla fine vennero create quattro teste di E.T., una da utilizzare come animatronic principale e altre con espressioni dedicate, più il costume. A indossare quest'ultimo furono due nani, Pat Bilon e Tamara De Treaux, e un bambino di 12 anni nato senza gambe (Matthew DeMeritt), che sapeva camminare sulle mani e a cui vennero perciò affidate le scene in cui E.T. camminava in modo strano (come quando si ubriaca con la birra). Il costo complessivo di costume e teste fu di tre mesi di lavoro e un milione e mezzo di dollari, più di un decimo del budget complessivo (10 milioni e mezzo). Subtrivia: i giovani attori del film trovavano molto difficile guardare il volto di E.T. quando dovevano interagire con lui sul set, perché gli occhi erano troppo distanti tra loro. La soluzione? Spielberg disse loro di scegliersi un occhio e guardare solo quello…
16 - E a proposito di occhi, Spielberg girò buona parte del film ad altezza di bambino, per aiutare il pubblico a immedesimarsi in Elliott ed empatizzare con E.T. Quello di E.T. del resto è un film di e per ragazzi, genuino esponente di spicco del Nuovo Cinema Guaglione (ne parliamo alla fine): non è un caso se la madre di Elliott sia l'unico adulto di cui vediamo il viso per oltre un'ora di pellicola.
15 - La casa della famiglia di Elliott si trova a Tujunga, in California, e nel 2009 stava per finire nel corposo elenco dei set famosi distrutti da un incendio. Ché questi incendi neanche un po' di rispetto per la nostra infanzia, e non sono cose, signora mia. La collina dietro l'edificio finì carbonizzata assieme a 62 case, ma l'abitazione di E.T. venne risparmiata dalle fiamme. Amicizie aliene pUtenti.14 - E.T. è un film letteralmente pieno di riferimenti all'immaginario popguaglione dell'epoca. Michael e i suoi amici sono impegnati a inizio pellicola con uno strano gioco che, di lì a poco, milioni di giovini italiani avrebbero scoperto chiamarsi Dungeons and Dragons

Nella camera di Elliott ci sono un poster di Hulk sul letto e un adesivone di Hulk accanto alla porta,le action figure di Star Wars che mostra ad E.T. e anche vari velivoli della saga (un Tie Fighter su un ripiano vicino alla porta, un X-Wing appeso al soffitto), il Super Simon, le caramelle Pets, una scatola di Lego, uno squaletto di gomma (un tipico auto-omaggio di Spielberg)…Senza contare il Grillo Parlante usato da E.T. per costruire l'accrocchio per "chiamare casa"e la maglietta di Space Invaders indossata da Michael. Per la cronaca, l'accrocchio fatto col Grillo Parlante funzionava davvero. Le bici usate da Elliott e gli altri ragazzi sono delle Kuwahara, prodotte dall'omonima azienda giapponese fondata a Osaka nel 1918 da Sentaro Kuwahara e famiglia. Protagonista del boom delle BMX che travolse gli Stati Uniti e poi il resto del mondo a partire dagli anni 70, la Kuwahara ottenne una pubblicità enorme da E.T., e sfruttò la cosa mettendo in vendita vari "modelli E.T.", in diverse fasce di prezzo.Una replica del modello E.T. è stata prodotta nel 2002 per il ventennale del film. Vorresti tantissimo averne una tipo ora. Anche senza gli optional del cestino e del volo notturno.
13 - Quando la sorellina gli chiede se E.T. sia un maschio o una femmina, Elliott risponde che è un maschio. Ma Stefanuzzo Spì dichiarò in seguito che E.T. non è né maschio né femmina, in quanto essere molto più vicino alle piante che agli animali. Quanti anni ha E.T.? A dar credito alla novelization del film oltre 10 milioni, ma altre fonti parlano di "soli" 900 anni.


12 - L'incredibile successo al botteghino del film spinse Spielberg e la Ma si diceva poco sopra del sequel abortito. Bene, un seguito E.T. in qualche modo l'ha avuto lo stesso. L'autore della riduzione in romanzo del primo film, William Kotzwinkle, ha scritto infatti nell'85 un altro libro intitolato E.T.: The Book of the Green Planet (pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer come E.T. Il libro del pianeta verde). Nel romanzo, E.T. torna sul suo pianeta natale, Brodo Asogi, ma i malvagi villanzoni del dado star (o qualcosa del genere) lo spediscono in esilioMathison a scrivere solo poche settimane dopo, in quell'estate del 1982, la bozza del soggetto per un seguito, E.T. II: Nocturnal Fears. Il trattamento, lungo 9 pagine, parlava di alieni malvagi e albini della razza di E.T. che arrivano sulla Terra per cercare E.T. (il cui vero nome, si scopriva, era Zrek), e non trovandolo rapivano e torturavano Elliott e gli altri ragazzi. Poi Spielberg capì che questa cosa della tortura aliena non era proprio l'ideale per il target del primo film, e lasciò perdere. Tempo dopo il regista dichiarò che un seguito avrebbe solo "privato il film originale della sua verginità". Cosa che con grandissimo zelo, armato di vibratore, cercò di fare il videogioco per Atari 2600 di E.T., noto ai più come una delle peggiori zozzerie della storia dei videogame. In realtà era solo un gioco mediocre come tanti, brutto perché sviluppato in sole cinque settimane da un povero cristo che rispondeva al nome di Howard Scott Warshaw, e che si era distinto in precedenza con titoli ben più meritevoli. La somma spaventosa sborsata per i diritti (legata alla previsione folle di continuare a vendere milioni di console a un mercato saturo) avviò la Atari Inc. verso la sdrucciolevole via del fallimento, il che fu a sua volta una delle cause del grande crash dell'industria dei giochini nel 1983. A lungo la storia delle milionate di copie invendute di questo grande incidente ferroviario in galleria, sepolte da qualche parte in un discarica di Alamogordo, nel New Mexico, è stata una delle leggende metropolitane più amate da siti e riviste di videogiochi.Solo che non era una leggenda metropolitana: alla fine dello scorso aprile le hanno trovate DAVVERO. O meglio: c'era un lotto di copie di ET sepolte là sotto, insieme a tanti altri titoli Atari. Un'azienda in crisi aveva svuotato il magazzino in discarica, non sepolto "il gioco della vergogna".

11 - Per la voce di E.T., il responsabile degli effetti audio Ben Burtt aveva bisogno di un bel vocione da catananna tabagista e lo trovò in Pat Welsh, donna californiana che si tirava due pacchetti di sigarette al giorno. La Welsh (già ingaggiata ne Il ritorno dello Jedi per la voce del cacciatore di taglie Boushh), impiegò circa nove ore per registrare le sue battute e ricevette per questo da Burtt un compenso di 380 dollari. Lo stesso Burtt mixò poi la voce della donna con quella di altre persone (Spielberg incluso) e i versi di un paio di animali. La voce provvisoria di E.T. durante le riprese apparteneva invece a un'altra attrice con vocione, la Debra Winger di Ufficiale e gentiluomo, che interpreta anche una delle persone mascherate per strada a Halloween:è il dottore con la maschera da mostro, il camice e il cane. Nella stessa scena, sempre inquadrati dai buchi del costume da fantasma di E.T., oltre a Yodasi intravede di sfuggita anche un Indiana Jones giuvinotto. La voce italiana di E.T. è di Elsa Camarda nella versione originale, di Germana Dominici nel ridoppiaggio del 2002. Subtrivia: per il suono della camminata di E.T. venne sbatacchiata in giro una maglietta piena di gelatina…

10 - Spielberg chiese a Michael Jackson e al suo produttore Quincy Jones di scrivere un brano per l'E.T. the Extra-Terrestrial Storybook Album, un cofanetto contenente un LP, uno storybook e un poster di E.T., previsto per quel Natale del 1982. Il brano di Jackson e Quincy, "Someone in the Dark", piacque talmente tanto a Stefanuzzo Spì, che chiese loro di realizzare tutto l'album. La cosa andò in porto, grazie al beneplacito della Epic Records, che permise a Jackson di incidere con la rivale MCA Records purché A) "Someone in the Dark" non uscisse come singolo e B) il cofanetto arrivasse nei negozi solo dopo Natale. Perché? Perché a fine novembre loro avevano in uscita Thriller.Tutto bene, tranne che non andò bene per nulla: l'album uscì il 7 novembre e la MCA fece circolare il singolo tra le radio, fregandosene delle condizioni dell'accordo e venendo così costretta dalla Epic a ritirare il disco dai negozi, se non voleva beccarsi una causa da 2 milioni di dollari. Le due società si accordarono, ma Jones sostenne che né lui né Michael Jackson videro mai un centesimo da quel progetto. Jackson era comunque molto contento della sua riuscita: quando ritirò OTTO premi ai Grammy Awards del 1984, disse che era molto orgoglioso soprattutto di quello ricevuto per quell'audio book nella categoria Best Recording for Children. Inutile dire che il singolo promo di "Someone in the Dark" ora è materiale da collezionisti, e ogni copia vale facile la millata di verdoni. Subtrivia: E.T. ispirò quell'anno anche la "Heartlight" del cantautore americano Neil Diamond, che pagò alla Universal una certa somma per non aver casini. E intanto, a Calcutta, al povero Ray continuavano a girare ad elicottero.



9 - Spielberg chiese a Harrison Ford di fare una comparsata nel film, nei panni del direttore della scuola di Elliott, ma la scena fu poi scartata. Tra i tanti attori contattati per E.T. e non finiti nel cast diE.T. per le ragioni più varie ci sono anche Juliette Lewis, provinata per la parte della piccola Gertie e Corey Feldman. La parte prevista per quest'ultimo venne tagliata dal copione, così Spielberg promise a Feldman un posto in un suo prossimo film. Come abbiamo visto, Spielberg sapeva mantenere le promesse fatte ai rEgazzini, e quel film fu I Goonies


8 - Ok, che la piccola Gertie fosse Drew Barrymore lo sanno pure i muri ignoranti, e di lei parliamo dopo. Vediamo invece cosa ne è stato degli altri protagonisti. 




 Robert MacNaughton (Michael, il fratello maggiore di Elliott), ha smesso di recitare come tanti attori rEgazzini molto presto, nel 1987. È tornato però sul set dopo tanti anni (durante i quali ha lavorato per le poste USA) proprio negli ultimi mesi: ci sono due suoi nuovi film al momento in post-produzione, l'horror Frankenstein vs. The Mummy e Laugh Killer Laugh (in cui la protagonista femminile è sua moglie, l'attrice Bianca Hunter). Passiamo agli amici di Michael. Tyler è l'attore C. Thomas Howell, apparso in un infinitilione di pellicole, da I ragazzi della 56ª strada The Amazing Spider-Man. Nella recentissima serie Grimm è Weston Steward. Ah, in mezzo a tutti gli altri suoi film ti piace ricordare Soul Man, commedia dell'86 che avrai rivisto tipo sei volte.Gli altri due amici di Michael sono interpretati da attori che hanno appeso poco dopo al chiodo le loro carriere. Steve è Sean Frye, mentre il tipo con la radiocuffia, Greg, è K.C. Martel, apparso in decine e decine di film tra il 1977 (una comparsata in Wonder Woman) e il 1992 (Genitori in Blue Jeans: era Eddie, un amico di Mike)Per completare il quadro, la madre di Elliott e sosia più bona di Flavia Vento è Dee Wallace. Oggi ha 66 anni e il suo ultimo film è Love and Mercy, biopic sulla vita di Brian Wilson dei Beach Boys. 

 7 Rampolla di una potente famigliahollywoodiana, Drew Barrymorenni in Stati di allucinazione (1980) di Ken Russell. Figlioccia di Spielberg, fu lei a tirar fuori quella battuta sui piedi dell'alieno ("Non mi piacciono i suoi piedi"), non prevista dal copione. Al regista piacque e decise di usarla. Un giorno, durante le riprese, Drew continuava a sbagliare e dimenticare le sue battute. Spielberg, sempre molto buono con i bimbi, si imbufalì e prese a cazziarla. Finché non gli fecero notare che la bambina stava recitando nonostante la febbre alta. Dandogli silenziosamente anche del pirla. Poi dice che quella si è data precocemente al fumo (9 anni), all'alcol (11), all'erba (12) e alla coca (13 anni). Finita in rehab a 14 anni, roba che al confronto Britney Spears non era nessuno, Drew tornò in seguito sulla scena, prendendo parte a Donnie Darko e, uh, ai Charlie's Cosi, lì, e a Batman Forever e ad altri film che tipo preferisci. dimenticare
6 - Parlando di volti famosi, questa se avete letto Per il potere di Grayskull la sapete già, ma oh. La biondina che Elliott bacia a scuola,utilizzando un povero cristo (Ken T. Ottsee) come scalino, durante la ribellione indotta dalla simbiosi con E.T. alcolizzato?Era Erika Eleniak, futura Playmate di Playboy e bagnina diBaywatch. Quella faccia che fa Elliot in classe NON era l'alcol.


 5 - Una teoria molto gettonata vuole presente in E.T. un sottotesto cristologico molto forte: E.T. che muore e risorge, il cuore luminoso, i miracoli. Spielberg ha spiegato più volte che si tratta però di pure coincidenze, perché avesse coscientemente realizzato un'allegoria cristiana, sua madre, ebrea molto devota, gli avrebbe tolto il saluto...

4 - Proiettato fuori concorso al festival di Cannes, E.T. fece venir giù la sala dagli applausi. In poco tempo, la pellicola di Spielberg divenne quella di maggior successo della storia di Hollywood, record detenuto come sappiamo fino all'uscita di Jurassic Park, undici anni dopo. Solo nel mercato USA il film arrivò a incassare 435 milioni di dollari, che diventano quasi 800 (792) con il botteghino degli altri Paesi. A questi vanno aggiunti gli ennemila milioni di dollari piovuti con il merchandising e con l'home video:solo la videocassetta di E.T., prodotta in molti mercati con una linguetta verde per distinguerla dalle copie pirata, ha venduto oltre 15 milioni di copie.E.T. non fu, come molti credono, il primo film della Amblin Entertainment, società di produzione creata da Spielberg insieme ai produttori Kathleen Kennedy e Frank Marshall un anno prima: l'onore spetta a Chiamami aquila, pellicola di Michael Apted del settembre 1981. Sul logo della Amblin ci sono però finiti evidentemente Elliott, la sua bicicletta ed E.T. in volo davanti alla luna, e non John Belushi.
3 - In tutto il film e nei titoli di coda non viene mai menzionato il cognome della famiglia di Elliott. Il personaggio interpretato da Peter Coyote, in compenso, non aveva nemmeno un nome di battesimo. Nei credits viene indicato come "Keys", perché nella prima parte del film lo si riconosce dal mazzo di chiavi appeso alla cintola. La versione del ventennale del film nel 2002 presentava diverse differenze rispetto a quella originale. Innanzitutto erano state rimosse le armi (pistole e fucili) degli agenti che inseguono Elliott e gli altri ragazzi prima del volo sulle bici. Le armi furono rimpiazzate con dei walkie-talkie, con un effetto surreale (decine di federali tutti con un walkie-talkie in pugno?). Furono inoltre migliorate in CGI e aggiunte diverse scene scartate nel 1982, come una in cui Elliott spiega a E.T. come funziona una vasca da bagno o un'altra in cui lo pesa sulla bilancia. Non però quella con Harrison Ford, perché secondo Spielberg avrebbe distratto troppo lo spettatore. In totale, aggiunte e ritocchi costarono a Spielberg 100mila verdoni. Ma ne fu almeno contento? No.Il regista si pentì della scelta, tanto da arrivare a dire che la versione vera del film restava quella del 1982 e che non avrebbe mai più fatto delle Lucasate di questo tipo per i suoi lavori. E alla prima occasione utile (leggi edizione 30° anniversario per l'uscita in Blu-Ray), ha rimosso tutto, ripiazzando fucili e pistole al loro posto ed eliminando quelle riprese con l'inguardabile E.T. in CGI.1 - Sempre per quel discorso che chi si lamenta del product placement aggressivo dei film di oggi non sa di cosa sta parlando, E.T.viene citato come uno dei primi, clamorosi esempi di product placement multiplo. Dall'inizio sino alla fine, la pellicola è tutta una carrellata di marchi. E siccome i film dell'epoca si dividevano come sappiamo in due grandi scuole di pensiero, Coca e Pepsi, E.T. appartiene alla prima. Hai contato almeno una decina di inquadrature con una o più lattine di Coca-Cola in bella mostra, e indovinate qual è la prima cosa che Elliott offre ad E.T. quando vuole nutrirlo? Esatto. A questa fiera della pubblicità poco occulta per rEgazzini non partecipò però la Mars Incorporated. Gli autori chiesero il permesso per utilizzare le M&M's nel film, nella scena in cui Elliott doveva seminarle nel bosco per attirare E.T. Ma i capoccia della Mars, parenti evidentemente degli altrettanto impediti capoccia della Columbia, dissero che non volevano avere nulla a che fare con un film su un alieno brutto che avrebbe spaventato i bambini. Per il film si utilizzarono così i Reese's Pieces della rivale Hershey, le cui vendite schizzarono verso l'infinito e oltre grazie al film, mentre l'amministratore delegato della Hershey faceva probabilmente gli scherzi telefonici notturni al CEO della Mars.

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